Vogliamo arricchire di innovazione

l'obsoleto sistema della Scuola:
"leggi e ripeti"

Smartimede è un'innovativa piattaforma, unica nel suo genere, per lo studio della Matematica e della Fisica. Siamo convinti che l'istruzione sia un pilastro fondamentale della crescita individuale e collettiva. Crediamo che il futuro dell'educazione scolastica, dalle scuole media all'università, sia una miscela di innovazione digitale ed istruzione tradizionale.

Siamo i primi ad introdurre un supporto didattico 4D, in cui la quarta dimensione (il tempo) è sotto il pieno controllo dello studente stesso. Guarda la demo qui.

In Smartimede, ogni lezione rappresenta un'esperienza inimitabile che offre un modo diverso di percepire i concetti di Matematica e Fisica. È nostro obiettivo renderli alla portata di tutti gli studenti attraverso un percorso che inizia emotivamente con rappresentazioni visive coinvolgenti personalizzate, e che poi prosegue in modo più razionale (con minuzia e precisione) attraverso tanti esempi pratici ed esercizi reali adeguati agli interessi personali, con lo scopo di fare proprio il concetto studiato. A quel punto, l'esercizio della verifica sembrerà semplice quanto agli occhi del professore, o quasi, e senza dover fare alcuno inutile ed oneroso sforzo mnemonico.

Ci impegniamo ogni giorno al massimo per essere il vostro compagno di viaggio nell'evoluzione dell'istruzione, perché crediamo che insieme, collaborando anche con genitori e professori quando necessario, siamo un team capace di rendere questa visione una realtà.

Smartimede è il futuro dell'apprendimento della Matematica e della Fisica della Scuola Superiore Italiana.

Perchè Smartimede?

Il nome Smartimede è un nome che associa la parola 'smart' (nel senso di innovativo, moderno, high-tech, all'avanguardia) ad Archimede, scienziato di oltre 2200 anni fa che ha rivoluzionato il mondo.

Archimede è considerato il padre della Fisica e della Matematica (fonte: Treccani). Genio poliedrico, è stato inventore, scienziato, matematico, astronomo ed ingegnere, ponendo alla base delle sue ricerche il "metodo esperienziale" basato sull'osservazione della meccanica (fonte: Università La Sapienza di Roma). Tra le sue scoperte più importanti ricordiamo:

  • Principio di Archimede: scoprì il principio secondo il quale un corpo immerso in un fluido subisce una spinta verso l'alto uguale al peso del fluido spostato. Questo principio è alla base del galleggiamento e ha avuto implicazioni bestiali nell'idrostatica.
  • Principio della leva: formulò il concetto di leva e lo descrisse nella famosa frase "Dammi un punto d'appoggio e solleverò la Terra". La leva fu un principio incredibilmente importante per il progresso dell'umanità.
  • Approssimazione del Pi greco: Archimede fu uno dei primi a calcolare un approssimazione di Pi greco sorprendente per l'epoca. Utilizzando il metodo dell’esaustione, calcolò su poligoni di 96 lati che Pi greco doveva essere compreso tra \[ \dfrac{223}{71} < \pi < \dfrac{22}{7} \] e riesce a trovare l'approssimazione, ancora oggi difficile immaginare come abbia fatto, di \[ \pi = \dfrac{211875}{67441} =  3,14163\]
  • Calcolo dell'area e del volume: sviluppò metodi per calcolare l'area di figure piane ed il volume di solidi tridimensionali, anticipando i concetti moderni del calcolo integrale.
  • Misure della circonferenza e dell'area del cerchio: determinò una stima accurata del rapporto tra la circonferenza di un cerchio ed il suo diametro. Usando tecniche geometriche, capì che π era il diametro di una circonferenza di diametro 1.
  • Sferometro: Ideò uno strumento, noto come sferometro, che poteva essere utilizzato per misurare il volume di oggetti irregolari, basandosi sul principio dell'immersione in acqua.
  • Vite di Archimede: Inventò la vite a spirale per coprire la necessità del trasporto dell'acqua, realizzando a tutti gli effetti la prima pompa idraulica. Scorri verso il basso per usarla come macchina motrice e verso l'alto per usarla come macchina operatrice.

Come ha fatto la sua grande scoperta sul galleggiamento?

Il modo con cui si sarebbe arrivati alla scoperta del principio del galleggiamento dei corpi è avvolto nella leggenda. L'aneddoto racconta che il re Gerone II di Siracusa aveva commissionato una corona d'oro ad un artigiano. Sospettando che l'artigiano avesse sostituito parte dell'oro con argento, e non avendone le prove, incaricò Archimede di risolvere il dilemma. Archimede, immergendosi nella vasca da bagno, notò che il livello dell'acqua si alzava in proporzione al volume dell'oggetto immerso, ovvero il suo corpo. Fù in quel momento che ebbe l'illuminazione. Capì che lo stesso concetto poteva essere utilizzato per determinare se la corona fosse fatta d'oro. Se avesse contenuto una quantità significativa di argento, che è meno denso dell'oro, avrebbe “galleggiato” di più rispetto alla corona fatta tutta d’oro. Secondo l'aneddoto, entusiasta della sua scoperta, Archimede sarebbe uscito dalla vasca, correndo nudo, e gridando: "Eureka!", che in greco significa, "Ho trovato!". Per confermare la sua teoria, si dice che Archimede abbia fatto due esperimenti. Nel primo, immerse una corona d'oro puro nell'acqua e misurò la quantità di acqua spostata (tramite lo sferometro). Nel secondo, immerse la corona sospetta nell'acqua e notò che essa spostava una quantità di acqua maggiore rispetto all'equivalente in oro puro. Spostando più acqua, la spinta di galleggiamento verso l'alto sarebbe aumentata, portando la corona sospetta a galleggiare di più. Questo gli fornì la prova che la corona conteneva argento.

Adesso prova tu a fare l'esperimento che ha fatto Archimede 2200 anni fa. Perché la corona affonda di meno in acqua?
Video di approfondimento su Archimede

Su di lui sappiamo che

Archimede nacque a Siracusa, una città della Magna Grecia, intorno al 287 a.C. Era figlio di Fidio, astronomo e matematico, il che probabilmente lo espose fin da giovane a concetti scientifici e matematici. La sua formazione ebbe inizio nella sua città natale, ma in seguito si recò ad Alessandria, in Egitto, un importante centro di apprendimento dell'antichità. Ad Alessandria, Archimede ebbe l'opportunità di immergersi in un ambiente intellettuale stimolante. Studiò presso la celebre Biblioteca di Alessandria, una delle biblioteche più grandi dell'antichità, che ospitava testi preziosi su una vasta gamma di argomenti. Qui, ebbe accesso alle opere di importanti matematici, scienziati e filosofi del suo tempo. Archimede fu influenzato dalle opere di Euclide, noto per il suo lavoro "Elementi", un testo fondamentale sulla geometria. Studiando le opere di Euclide, Archimede apprese modelli e metodi matematici utili alla sua stessa ricerca. Un altro importante contributo alla sua formazione avvenne attraverso le opere di Erone di Alessandria, un matematico noto per il suo lavoro sull'aritmetica e le macchine. Archimede probabilmente acquisì da Erone l'interesse per l'ingegneria e per la creazione di dispositivi meccanici.

In sintesi, la formazione e gli studi di Archimede furono caratterizzati da un'educazione poliedrica e dall'immersione in un ambiente intellettuale di alto livello. Questa formazione avrebbe fornito la base per i suoi notevoli contributi in vari campi scientifici e matematici.

Come si pensa Archimede insegnasse

Purtroppo, non abbiamo dettagli specifici su come Archimede insegnasse ai suoi discepoli, poiché gran parte delle informazioni su di lui sono giunte attraverso scritti successivi e aneddoti tramandati nel corso dei secoli. Tuttavia, possiamo fare alcune ipotesi basate sulla sua reputazione come insegnante e studioso.Archimede era noto per la sua dedizione alla ricerca e alla scoperta. Era un uomo di grande curiosità e creatività, e questi attributi probabilmente si riflettevano nel modo in cui insegnava ai suoi discepoli. Si dice che fosse coinvolgente e stimolante e che incoraggiasse i suoi allievi a pensare criticamente ed a esplorare nuovi concetti. Potrebbe aver utilizzato approcci didattici che enfatizzavano l'osservazione e l'esperimento. Poiché molte delle sue scoperte erano basate su intuizioni e ragionamenti geometrici, è probabile che abbia utilizzato esempi pratici e dimostrazioni visive, per spiegare ai suoi discepoli come i concetti matematici e scientifici fossero alla base della vita quotidiano, e come la loro conoscenza e la ricerca fossero alla base del suo continuo miglioramento.

In definitiva, anche se non possiamo ricostruire in maniera esatta come Archimede insegnasse ai suoi discepoli, possiamo immaginare che il suo insegnamento fosse guidato dalla passione per la scoperta, dall'uso di esempi pratici e dall'invito ai suoi allievi ad esplorare, a sperimentare e a comprendere il mondo attraverso il potere della matematica e della scienza.

Immaginati adesso cosa avrebbe potuto fare Archimede con una connessione ad internet e un computer..

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